Michelle Obama contro Trump

Michelle Obama sfiderà Donald Trump alle presidenziali americane 2020

Nel contesto delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, i due principali partiti, Democratico e Repubblicano, selezionano il proprio candidato alla presidenza attraverso le primarie. Per tradizione, gli elettori sono chiamati al voto in varie date, a seconda dello Stato di residenza, solitamente un martedì. È detto Super Tuesday (in italiano Supermartedì) il giorno, appunto un martedì, in cui va al voto il maggior numero di Stati.1

Scrive ancora Wikipedia:

Dal 1988, i candidati di entrambi i principali partiti che nel Super Tuesday hanno vinto nel maggior numero di Stati, sono risultati i candidati della propria formazione alla presidenza.

Stando alle parole di Wikipedia, la storia ha pochi dubbi, Joe Biden gareggerà alle presidenziali del 2020 come candidato Democratico.

È stato lui a vincere il Super Tuesday del 3 marzo 2020.

Stando a quel che stai per leggere in questa pagina, Joe Biden è un fake.

Non è il vero asso nella manica che il potere democratico in America vuole portare avanti in queste elezioni presidenziali del 2020.

La vera carta che si giocheranno i Democratici si chiama Michelle Obama, moglie del 44° presidente degli Stati Uniti d’America.

I motivi?

Qui ne ho riportati 7, anche se basterebbe anche solo il primo per aiutarti a capire perché, se davvero Joe Biden fosse il candidato a sfidare Trump alle elezioni, avrebbe già perso in partenza la corsa alla presidenza.

Indizio nr.1: Foto profilo Twitter di Joe Biden al giugno 2020

 

Joe BidenGuardi la sua foto e l’istinto ti porta ad una sincera grattata di scroto.

Mascherina nera, simbolo di bruttura, di tutto ciò che è contrario alla vita.

Occhiali neri, nel caso in cui la museruola nera da sola non bastasse per trasmettere negatività.

Un uccello del malaugurio.

Vien quasi da chiedersi se si stia candidando per fare il becchino di Val Brutta sul Morto o per diventare presidente degli Stati Uniti.

Chi davvero vorrebbe uno così a guidare il mondo per i prossimi 4 anni?

Non concede apertamente ai suoi potenziali elettori gli occhi, il suo sguardo, punto di contatto diretto con l’anima della persona.

Una tristezza comunicativa infinita.

Se davvero Biden fosse la wild card dei Democratici, allora avrebbero già perso in partenza e verrebbe da chiedersi perché abbiano lasciato partita così facile a Donald Trump.

Ma si sa, le elezioni presidenziali Americane sono meglio delle più degne soap opera americane. Che elezione sarebbe senza patos e colpi di scena?

Sarà con un colpo di scena che da qui ad agosto 2020 Michelle Obama salirà in cattedra, mostrando al mondo chi è il vero cavallo di battaglia del partito democratico, l’unica persona che in questo momento può dare una seria gatta da pelare a Donald Trump, che altrimenti avrebbe la rielezione già in tasca.

Su Joe Biden, il 3 febbraio 2020 la Repubblica scriveva:

Ha un anno meno di Sanders ma ne dimostra di più lui. Nei dibattiti televisivi appare stanco, perde spesso il filo del discorso, guarda l’orologio come chi brama di correre a riposarsi. Eppure, è diventato finora il “candidato-default” dei moderati.2

Ve l’immaginate Joe Biden a gareggiare contro la furia Trump?
Trump con la sua energia lo mangerebbe vivo.

Joe Biden non perda tempo ad andare in giro per l’America a far comizi, Trump contro di lui ha già vinto a tavolino.

Trump lo sa. Ed infatti questo ci porta dritti all’indizio numero 2 che ho raccolto in questa pagina.

Indizio nr.2: Trump ha già gettato le basi per la sua campagna mediatica contro gli Obama

 

Nelle sue comunicazioni Trump si sta limitando a dare, di tanto in tanto, giusto qualche piccolo schiaffetto social a Biden, senza scatenare (almeno per il momento) quella furia comunicativa che lo aveva contraddistinto nella sua precedente gara presidenziale contro la rivale Hillary Clinton, alle elezioni del 2016.

Al contrario, dal 10 maggio 2020, Trump ha fatto partire una serie mirata di Twitt contro Obama, dando vita all’hashtag #Obamagate che in poche ore ha spopolato la rete.

Perché Trump, proprio adesso, ha iniziato una campagna mediatica ben definita contro (gli) Obama?

È casuale, o sta preparando le armi comunicative per combattere il suo vero nemico?

Indizio nr.3: Obama è famiglia. Piace al popolo. È mediatica.

 

In una precedente frase ho scritto (gli) Obama.

Nell’immaginario collettivo, la forza del cognome Obama non è associato solo a Barack, l’ex presidente.

Sin dalla campagna presidenziale del 2008 la grande forza di Obama è stata la famiglia: Barack, Michelle e le figlie.

Gli Obama incarnano lo spirito della famiglia unita, della coppia che si è fatta da sola partendo dal nulla. Persone del popolo, proprio come i tanti milioni di americani.

E Michelle è stata sin da subito la vera forza in più di Barack Obama.

Sin dalla campagna del 2008 è salita in cattedra, presenziando ai comizi e facendo da spalla naturale a Barack Obama. A tratti, riguardando la campagna del 2008, sembrava quasi lei a gareggiare per la presidenza.

Barack non può ricandidarsi. Ma Michelle si. E dato il contesto storico che si è venuto a creare in questo 2020, Michelle oggi è quasi incredibilmente più indicata di Barack.

Indizio nr.4: Michelle è popolare

 

Se su Twitter la comunicazione visiva di Joe Biden è stata un completo disastro (almeno guardando alla sua foto profilo il 22 giugno 2020), su Instagram il buon vecchio Joe sembra muoversi meglio.

Ecco la sua foto:

Fin qui tutto ok, dirai…

Aspetta a guardare la foto profilo di Trump, sempre di Instagram:

Ora nota quella di Michelle Obama:

Noti qualcosa in particolare fra i 3 profili?

Lascia che ti porti un resoconto dei follower che Joe, Donald e Michelle hanno ad oggi, 22 giugno 2020, su Instagram.

Joe Biden: 2,4 milioni di follower
Donald Trump: 20,5 milioni di follower
Michelle Obama: 39,9 milioni di follower

Certo, lo so che su Instagram i follower si possono comprare. Ma non trovi anche tu che come metrica sia alquanto sconvolgente che il potenziale futuro candidato presidente democratico alla Casa Bianca abbia circa 17 volte meno follower di Michelle Obama?

Addirittura Michelle ha quasi il doppio dei follower dello stesso Donald Trump.

Se questa metrica potesse indicarci anche solo minimamente la reale popolarità di una persona, per Donald Trump, sfidare Michelle Obama, sarebbe tutt’altro che una passeggiata.

Indizio nr.5: Libro + Documentario Netflix

 

Nel 2018 Michelle Obama ha pubblicato un libro che parla della sua storia.

Come riporta anche Amazon: “il ritratto intimo e memorabile della First Lady degli Stati Uniti che ha ispirato il mondo”.

È tenero non trovi?

Poi, come per magia, a maggio 2020 (un mese fa) il potente Netflix pubblica un intero docufilm dedicato a Michelle Obama ed… al suo libro.

Clicca play sul video qui in basso:

Ufficialmente, il documentario racconta e sponsorizza il libro che Michelle Obama ha pubblicato nel 2018.

Nella pratica, leggendo fra le righe, questo docufilm è un pezzo di campagna elettorale.

In tutto questo sono qui che ancora mi chiedo chi sia Joe Biden.

Non lo trovi triste? In queste settimane lo hanno lasciato tutto solo a prendersi gli sberleffi dei media che gli dicono fra le righe che è vecchio e rincoglionito.

Trump ha pubblicato sul suo Twitter una foto che ritrae Biden mentre presiede ad un comizio.

Sarà che Trump ha giocato sull’angolatura della foto, sarà che eravamo magari alla fine dello speach e tutti se ne erano già andati, ma vista da qui, sembra proprio triste la campagna presidenziale di Biden.

Sarà che forse siamo dinanzi ad una semplice comparsa, utile per tamponare questi mesi di attesa prima del gran colpo di scena, il momento in cui Michelle Obama, contro ogni volontà ma per il bene del mondo, si candiderà come presidente degli Stati Uniti d’America?

Del resto… è risaputo che le donne si fanno attendere.

Inoltre, vuoi mettere una donna ambiziosa come Hillary Clinton, odiata da molti, contro una madre di famiglia, contraria ad ogni ambizione, come Michelle Obama?

Michelle ha più volte ripetuto in pubblico che non si candiderebbe mai alle presidenziali americane perché già l’esperienza al fianco di Barack è stata dura e faticosa.

A meno che… questo è quel che mi viene da aggiungere, non accada qualcosa per cui la cara Michelle sarà quasi costretta a dover intervenire, pur contro la sua volontà, per un bene superiore…

Indizio nr.6: Black Lives Matter

 

black lives matter

Con la morte di George Floyd, il 25 maggio 2020, il movimento afroamericano Black Lives Matter è salito alla ribalta.

Da quel momento le manifestazioni sono state incessanti.

“Le vite dei neri contano”, è l’inno sotto il quale migliaia di afroamericani stanno scendendo in piazza.

Alcuni sostenitori di Trump sostengono che la morte di Floyd sembra caduta a pennello per portare alla ribalta questo movimento che, insieme agli Antifa, stanno contribuendo a creare disordini sociali in tutta l’America, creando malcontento e rabbia.

Se il paese perde il controllo, su chi si riverserà la colpa del caos?

La risposta è su Donald Trump.

Tra la pandemia Covid19 e le rivolte sociali che si stanno susseguendo in America, lo scenario di questo 2020 è divenuto incandescente.

Michelle Obama rappresenta gli afroamericani. È una di loro. La sua discesa raccoglierebbe facilmente il consenso di questa parte di popolazione.

Michelle Obama raccoglierebbe anche molti voti dalle donne, considerato che oltre ad essere una donna è anche attiva contro la violenza sulle donne.

In aggiunta, Michelle avrebbe dalla sua parte tutti coloro che hanno amato il marito, Barack Obama. Votare Michelle significa affidare un doppio voto. Per Michelle votano i sostenitori di Barack Obama, e votano i sostenitori di Michelle Obama.

Per Donald Trump questa volta non sarà una passeggiata come nel 2016 con la Clinton, che come anticipai in questo articolo dell’agosto 2016, era stata chiaramente disintegrata sotto il profilo comunicativo e mediatico.

Indizio nr.7: Motto presidenziale

 

Michelle Obama dice ufficialmente in pubblico che non ha intenzione di candidarsi alle presidenziali americane.

Eppure si ritrova già un motto bello pronto, che sembra quasi costruito da un artista della comunicazione.

Questo motto è nato dopo che Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti.

Ecco quella che considero la pistola fumante: questo motto è studiato ad arte per combattere la strategia comunicativa di Donald Trump.

Lo scrivo qui nero su bianco al 22 giugno 2020 mentre Michelle Obama è quotata a 101 sui bookmakers mondiali. Quello di Michelle è il prossimo tormentone della campagna presidenziale americana del 2020 e si chiama:

When They Go Low, We Go High

Sul ring della comunicazione del campo più caldo del mondo, quello delle presidenziali americane, in questo 2020 si sfideranno:

Make America Great Again
VS
When They Go Low, We Go High

When They Go Low We Go High, che in italiano puoi tradurre con un “quando loro portano la comunicazione verso il basso, noi voliamo alto, la innalziamo (non ci abbassiamo ai loro livelli, noi siamo altro, siamo meglio), è un chiaro proiettile sparato dritto al cuore della comunicazione di Donald Trump, che ha basato molto della sua campagna elettorale sull’attaccare l’avversario, portando spesso la comunicazione su livelli “bassi”.

Signori, chi ama le parole ed il loro profondo significato, qui noterà il colpo di genio.

Non so chi vincerà le elezioni del 2020 ma so che questa elezione avrà dei risvolti massivi nei grandi mega trend che i mercati finanziari (ed il mondo in generale) assumeranno a partire dal 2021.

Non pensarci troppo. Joe Biden è una candidatura fake, il vero asso nella manica del partito Democratico si chiama Michelle Obama.

Sarà un’estate 2020 infuocata.

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Voglio fare un ringraziamento speciale a mio cognato Stefano, che mi ha aiutato a rilevare molti degli spunti che ho condiviso in questo articolo.

1. Fonte: Wikipedia;
2. Fonte: Repubblica;
3. Netflix.